Sweet coop Chicago

Per due volte sono stati schiacciati dal padrone di turno e dalle banche e per due volte hanno protestato e occupato la fabbrica. Qualcosa di simile negli Stati uniti era avvenuta solo negli anni ’30.

Questa settimana [febbraio 2013, ndr], Strike Debt (movimento statunitense di resistenza al sistema del debito che ha di recente lanciato Rolling Jubilee, una campagna di mutuo aiuto che punta ad abolire il debito dei cittadini (ne parliamo qui, ndt), ha «twittato» trionfante. «È una nuova era. La prima macchina di proprietà degli operai ha cominciato a funzionare». Per quelli che hanno seguito le vicende della fabbrica di Chicago nota come Republic Windows and Doors (ne avevamo parlato in questo articolo, ndt), questo è stato il culmine di anni di lotta. È un momento emozionante, e una vittoria che si spera possa ispirare altre fabbriche in tutto il paese.

Anche se la fabbrica costruisce finestre e porte dal 1965, la nostra storia inizia nel 2008 con la crisi finanziaria e le azioni di Bank of America (Boa). Pur avendo ricevuto miliardi di dollari delle tasse, Bank of America (e altre grandi banche) hanno trascorso gran parte del 2008 aggredendo le piccole imprese o quelle a basso rendimento, non perché non potevano permettersi di dare prestiti, ma per migliorare i loro bilanci. Republic Windows and Doors ha perso la propria linea di credito alla fine del 2008 (pochi giorni dopo Boa ha ricevuto 25 miliardi di dollari per il suo salvataggio) e ha licenziato duecentocinquanta dipendenti in tre giorni, senza neanche rispettare il preavviso di sessanta giorni richiesto dalla legge (Warn act).

Una storia comune, forse, ma alla Republic Windows and Doors i lavoratori non sono rimasti a guardare. Nel dicembre 2008 hanno occupato la fabbrica per sei giorni, riuscendo ad attirare i media nazionali (perfino Obama espresse solidarietà con i lavoratori, ndt), e hanno ottenuto un risarcimento. È importante ricordare che nel 2008, l’occupazione è stata vista più come un’azione del lavoro degli anni Trenta (era il dicembre del ’36 quando tremila operai incrociarono le braccia e buttarono fuori i padroni della General Motors, ndt) che una comune tattica di protesta della sinistra.

Nel febbraio 2009, l’impianto è stato acquistato da Serious Energy, e ha riaperto con molti dei lavoratori che sono tornati ai loro contratti sindacali precedenti. Sembrava una grande vittoria, e le cose sono andate bene in fabbrica per qualche tempo. Ma poi, nel febbraio 2012, di nuovo è stata annunciata improvvisamente la chiusura dai nuovi padroni. Ancora una volta, i lavoratori si sono radunati nella fabbrica, questa volta con un grande sostegno di Occupy Chicago, e anche se la loro occupazione è durata soltanto undici ore, hanno ottenuto un risarcimento per la fine del rapporto.

Ma ora, piuttosto che attendere un altro padrone per ripetere il solito programma, i lavoratori stanno prendendo il controllo della fabbrica. Nel maggio del 2012 si sono uniti democraticamente come cooperativa di lavoratori, e hanno cominciato poco a poco l’acquisto delle macchine della fabbrica. Hanno il sostegno del sindacato, United Electrical Workers, e di un’organizzazione di micro-finanza e di economia solidale, Working World.

Ci sono grandi sfide di fronte a qualsiasi cooperativa di lavoratori, in particolare all’inizio, per la raccolta di capitali e l’acquisto della fabbrica e delle macchine può essere molto difficile. Con le prime macchine in funzione, la società opportunamente ridenominata New Era Windows and Doors company, è sulla strada giusta. In questo periodo di leveraged buy outs (letteralmente «acquisizione attraverso il debito», è un’operazione finanziaria molto discussa di acquisto di un’impresa da parte dei lavoratori: le somme necessarie, ottenute a mutuo, vengono rimborsate attraverso la rinuncia dei lavoratori a tutti gli elementi retributivi che spetterebbero loro negli anni successivi…, ndt) e di azioni antisindacali, la cooperativa dei lavoratori si distingue come fonte di ispirazione per altri lavoratori, e mostra come sia possibile portare la democrazia e il potere dei lavoratori nelle fabbriche.