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  • Portuguese, Portugal
    30/08/16

    RESUMO

    Este artigo apresenta uma pesquisa de doutorado que objetivou compreender as principais relações entre trabalho e política no cotidiano de uma rede autogerida. A Justa Trama reunia à época aproximadamente seiscentas pessoas, de sete empreendimentos econômicos solidários, de todas as regiões brasileiras, abarcando grande parte da cadeia produtiva do algodão agroecológico. Um extenso trabalho de campo, de caráter etnográfico, permitiu acompanhar as atividades políticas da rede entre 2010 e 2012. A filosofia da vida cotidiana de Agnes Heller foi o principal referencial teórico deste estudo. A rede revelou-se dialeticamente como organização de trabalho, cujo fim é gerar renda, e como organização política, de resistência ao modo de produção capitalista. Concluiu-se ainda que a política, no cotidiano da autogestão da rede, pode ser entendida como trabalho. E o trabalho, por sua vez, pode ser tomado como objeto da prática política dos trabalhadores.

    ABSTRACT

    This article presents a doctoral research that aimed to discuss relationships between work and politics in the daily lives of a self-managed network. Justa Trama brings together about six hundred workers of seven economic enterprises from all regions of Brazil, it encompasses most of the links in the textile production chain from agroecological cotton plantation. An extensive ethnographic fieldwork enabled to monitor the political activities of the network between 2010-2012. The works of Agnes Heller about daily life are the main theoretical framework of this research. The network proved dialectically as an economic organization, whose purpose is to generate income, and as a political organization, resistance to the capitalist mode of production. It was also concluded that politics in the daily selfmanagement of the network can be regarded as inherent to the work, and the work can be taken as an object of political activity of the group of workers. Keywords: social psychology; work; everyday life; self-management; solidarity economy; social practices.

    Cris Fernández Andrada é Psicóloga, mestre e doutora em Psicologia Social pela Universidade de São Paulo.Endereço: Universidade de São Paulo, Instituto de Psicologia, Departamento de Psicologia Social e do Trabalho. Av. Prof. Mello Moraes, 1721 Bl. A. Cidade Universitária. São Paulo/SP, Brasil. CEP 05508900 (A/C Leny Sato) E-mail: andrada@usp.br

    Leny Sato é Professora Titular do Departamento de Psicologia Social e do Trabalho do Instituto de Psicologia da Universidade de São Paulo. E-mail: lenysato@usp.br

    Este artigo apresenta uma pesquisa de doutorado que objetivou compreender as principais relações entre trabalho e política no cotidiano de uma rede autogerida. A Justa Trama reunia à época aproximadamente seiscentas pessoas, de sete empreendimentos econômicos solidários, de todas as regiões brasileiras, abarcando grande parte da cadeia produtiva do algodão agroecológico.

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    25/08/16
    presso la Fabbrica Recuperata Viome, Salonicco, Grecia 28-29-30 Ottobre 2016

    L'incontro globale dell'Economia dei Lavoratori e delle Lavoratrici si è tenuto per la prima volta nel 2007, in Argentina, e ha visto la partecipazione di lavoratori e lavoratrici, di imprese recuperate e di cooperative, di attivisti politici e sociali, di sindacalisti e di accademici. Da allora, l'incontro globale si tiene ogni due anni e costituisce uno spazio di dialogo, discussione e riflessione sulle sfide che i lavoratori e le lavoratrici devono fronteggiare nelle lotte in difesa dei loro mezzi di sussistenza attraverso l'autogestione, e contro l'offensiva del capitalismo globalizzato.

    In molti paesi Latinoamericani, le brutali riforme neoliberali degli anni '90 hanno causato una rapida deindustrializzazione e un aumento della disoccupazione, che, combinata con l'assenza di un sistema di welfare e con gli attacchi generalizzati alla classe lavoratrice, hanno generato un alto livello di tensione sociale.

    Una delle pratiche più importanti di contrattacco popolare contro il collasso del sistema è stato il recupero, vale a dire l'occupazione e l'autogestione da parte degli stessi lavoratori, di imprese fallite e abbandonate in paesi come Argentina, Brasile, Uruguay, Venezuela e Messico. Negli anni recenti, le condizioni che hanno innescato i movimenti di recupero delle imprese in America Latina si sono diffusi gradualmente anche in Europa e nel resto del mondo, in seguito al dilagare della crisi capitalistica globale.

    Partendo dall'Europa periferica e usando il debito come pretesto, sono stati implementati una serie di “aggiustamenti strutturali”, che hanno ridefinito le dinamiche sociali in favore del potere economico, intensificato il saccheggio dei risparmi e delle piccole proprietà delle classi più povere, promosso privatizzazioni e speculazioni ai danni dell'ecosistema, svalutato la forza lavoro, abolito diritti lavorativi, sociali e democratici, smantellato le fabbriche produttive e condannato un crescente “surplus della popolazione” alla disoccupazione e alla precarietà.

    Quindi l'occupazione e il recupero delle fabbriche e delle imprese che il capitale scarta è una risposta ragionevole e un atto di resistenza nel nome dei lavoratori Europei e Mediterranei, prima di tutto come una via per preservare il loro lavoro, ma anche a lungo termine come uno strumento di trasformazione sociale e di creazione di una nuova economia libera dallo sfruttamento, e orientata ai bisogni sociali.

    Incontro Europeo dell'Economia dei Lavoratori e delle Lavoratrici

    Il secondo incontro Euromediterraneo dell'Economia dei Lavoratori si terrà in Grecia, a Salonicco, presso la fabbrica recuperata Viome, per una serie di ragioni differenti. La prima è che la Grecia sta sperimentando da circa sei anni politiche neoliberiste di austerity; quando queste sono le stesse politiche che hanno innescato la crisi sistemica e che adesso vengono indicate come soluzioni, mentre in realtà hanno già portato povertà e disoccupazione.

    Inoltre, la lotta emblematica dei lavoratori e delle lavoratrici della Viome, nonostante sia socialmente consolidata e produttivamente efficiente, è minacciata da un processo di liquidazione ed è attaccata quotidianamente dall'establishment politico ed economico, nonostante tutte le promesse e gli annunci del governo di turno.

    Le sfide dell'Economia dei Lavoratori e delle Lavoratrici

    Dall'Argentina e dal Brasile fino alla Turchia e il Kurdistan, nonostante le differenze socioculturali, le fabbriche occupate e i collettivi di lavoro rappresentano un atto di resistenza contro la svalutazione della forza lavoro e la distruzione delle strutture produttive, una risposta alla disoccupazione e alla marginalizzazione; allo stesso tempo contribuiscono allo sviluppo di un'economia alternativa a quella capitalistica: un'economia dei Lavoratori e delle Lavoratrici. Questa è un’attività basata sull'autogestione che mira a difendere gli interessi di chi sopravvive del proprio lavoro. Questo tipo di esperienze dovrebbe includere le fabbriche recuperate, certe cooperative di lavoro, cliniche solidali, forme di economia collaborative e altre lotte per l'auto-organizzazione del lavoro e l'autogestione dell'economia.

    I movimenti che hanno accompagnato e supportato questi sforzi mettono in discussione il dominio della 'mano invisibile' del mercato, e pongono in maniera chiara e diretta la domanda: cosa stiamo producendo? Come lo stiamo producendo? Per chi lo stiamo producendo? Attraverso processi orizzontali, tutta la società può diventare partecipante attiva della produzione e della distribuzione della ricchezza che la società stessa produce. Per questo motivo democrazia diretta, controllo da parte dei lavoratori e delle lavoratrici e autogestione cessano di essere concetti astratti e diventano strumenti di recupero della nostra dignità, preservando i mezzi di sostentamento e creando nuove e differenti relazioni sociali ed economiche.

    Tuttavia, questa peculiare condizione di coesistenza con il capitalismo, mentre si cerca di metterlo in discussione nella pratica quotidiana, ci pone una serie di domande e sfide. Le questioni affrontate dal secondo incontro Euromediterraneo "Economia dei lavoratori e delle lavoratrici", includono le seguenti tematiche, ma non sono limitate ad esse.

    • La crisi globale del capitalismo, l'austerità, la svalutazione della forza-lavoro e le resistenze popolari: analisi dal punto di vista dell'economia dei lavoratori e delle lavoratrici. Il significato e il ruolo di auto-gestione in un contesto globale in evoluzione.

    • L’autogestione del lavoro, le imprese recuperate e i collettivi di lavoro: problematiche, opportunità e sfide nel loro funzionamento all'interno del mercato. Repressione, cooptazione e rivendicazioni verso lo Stato. Convergenze e divergenze con il movimento cooperativo tradizionale.

    • Autogestione della distribuzione e reti commerciali alternative: uno spazio di resistenza e di organizzazione.

    • La produzione in autogestione: come affrontare le sfide amministrative, produttive, tecnologiche e legali, in condizioni di assenza di finanziamenti e competenze tecniche. Il ruolo della condivisione e della costruzione di reti.

    • Superare la marginalità e potenziare i lavoratori autogestiti al di sopra e all'interno dell'economia: cooperazione, solidarietà, sostenibilità ed efficienza produttiva.

    • "La Fortezza Europa", "la mobilità del lavoro" e le relazioni Nord/Sud: superare i confini e costruire nuovi legami nello spazio euromediterraneo.

    • Le sfide del movimento dei lavoratori e delle Lavoratrici del XXI Secolo: la burocratizzazione dei sindacati, la precarietà, il lavoro autonomo, la disoccupazione, e l’informalizzazione. Le risposte a favore del lavoro autogestito e le nuove forme di sindacalismo.

    • Superare le diseguaglianze razziali, sociali e di genere affrontando la questione della riproduzione sociale nelle esprienze di autogestione.

     

    Organizzazione e invito alla partecipazione

    Questo incontro è concepito come parte di più ampi processi sociali volti a un cambiamento della società, sulle basi dell’eguaglianza, della solidarietà, della libertà e dell'autogestione. Riproponendo l'organizzazione delle imprese recuperate e di collaborazione, l'incontro è organizzato attraverso processi orizzontali da una rete di imprese e cooperative europee e mediterranee di lavoratori e lavoratrici, così come dai loro alleati e sostenitori, ed è finanziatato mediante risorse dei movimenti sociali e dei lavoratori/lavoratrici, attraverso contributi individuali e collettivi. Il sostegno finanziario diretto o indiretto da parte di organizzazioni governative o intergovernative è volutamente evitato.

    Nonostante il fenomeno che riguarda l’incontro sia principalmente l'occupazione dei mezzi di produzione e la loro gestione da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, abbiamo voluto estendere l'invito anche a una serie di altre esperienze che rientrano nell’"Economia dei lavoratori e delle lavoratrici" e che condividono il quadro organizzativo e le necessità politiche con le imprese recuperate, come i collettivi di lavoro autogestiti. Allo stesso modo, accogliamo con favore il contributo di esperienze di strutture di solidarietà e di reti d’economia alternativa. Abbiamo inoltre esteso l'invito ai membri delle organizzazioni sociali e politiche, dei collettivi e dei sindacati che sostengono l'autogestione dei lavoratori e della società come una necessità politica centrale e che sostengono i lavoratori e le lavoratrici nelle loro lotte, così come lo abbiamo esteso a intellettuali che studiano e promuovono queste stesse attività. Infine, invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici che hanno scelto altre vie di difesa dei loro mezzi di sussistenza al di là dell’autogestione (come ad esempio la co-gestione), perché si abbiano una discussione e uno scambio di esperienze onesti e di livello.

    Metodologia e struttura della riunione

    Gli incontri regionali e globali "L'economia dei lavoratori e delle lavoratrici" hanno messo a punto una metodologia per il dibattito e il dialogo che mira a facilitare la partecipazione e a promuovere un’approfondita discussione degli assi tematici centrali. Le aree tematiche descritte precedentemente sono un semplice strumento di orientamento e non sono in nessun modo un limite alla portata delle questioni da discutere. Data la varietà di partecipanti – lavoratori, membri di movimenti sociali e politici, accademici – proponiamo tre metodi di discussione, oltre ad una serie di attività culturali, informative e d’intrattenimento:

    1. Pannelli centrali: In queste discussioni i/le partecipanti forniranno presentazioni e analisi selezionate dal gruppo direttivo internazionale lungo i principali assi tematici. I relatori provenienti dalla Grecia e dall'estero che si mobilitano nei luoghi di lavoro, nei movimenti e nelle scuole di pensiero legate all'economia dei lavoratori avranno la possibilità di esprimere le loro opinioni. I pannelli centrali servono da innesco per il dibattito. Ad ogni pannello centrale ci sarà tempo sia per le presentazioni sia per domande o commenti da parte del pubblico. Essendo gli spazi centrali dell’incontro, questi non si sovrapporranno con le altre attività.

    2. Workshop: I workshop sono spazi di dibattito su specifiche questioni pratiche e si svolgeranno in contemporanea. Essi combineranno analisi, presentazioni di esperienze di lavoro e dibattito aperto. Ogni individuo o collettivo coinvolti nel corso dell'incontro avrà la possibilità di suggerire argomenti per i workshop, fintanto che saranno orientati alla discussione di pratiche.

    3. Commissioni di lavoro: Sono spazi aperti senza facilitatori predefiniti pensati per sviluppare le diverse tematiche dell'incontro. Le commissioni di lavoro permetteranno un approfondimento della discussione su specifici aspetti che emergeranno dai pannelli centrali e dai workshop.

     

    Durante l'incontro è previsto lo spazio e il tempo per un'assemblea in cui lavoratori e le lavoratrici delle imprese recuperate avranno l'opportunità di avanzare, attraverso specifiche decisioni congiunte, su problematiche maturate nelle discussioni avute nei workshop e nelle commissioni di lavoro e sulla base dell'attività preparatoria fatta dalla rete euromediterranea.

    Invitiamo i collettivi o i singoli che volessero partecipare ai pannelli centrali ad inviare un riassunto della loro presentazione. Le presentazioni potranno essere attinenti alle tematiche presentate in precedenza, ma non dovranno limitarsi esclusivamente a queste.

    Invitiamo allo stesso modo chiunque fosse interessato ad inviare proposte per l'organizzazione dei workshops. Le proposte dovranno trattare questioni legate all'autogestione e alla riappropriazione ed essere orientate allo scambio di esperienza e al dibattito.

    Termini per la presentazione e Logistica

    Presentazione degli abstract: le proposte di presentazioni o per l'organizzazione di workshop non dovranno superare le 300 parole e dovranno essere inviate, entro il 31 Luglio 2016, in una delle seguenti lingue: Greco, Inglese, Italiano, Spagnolo o Serbo-Croato, all'indirizzo mail
    submissions@euromedworkerseconomy.net

    Luogho dell'incontro: L'incontro si terrà il 28, 29 e 30 Ottobre 2016 presso la fabbrica VIOME, situata 10 km a sud del centro di Salonicco, vicino all'aeroporto.

    Ammissione all'incontro e registrazione: L'incontro è libero e aperto a tutti e tutte. Ulteriori informazioni riguardo alla registrazione e le indicazioni per raggiungere la sede dell'incontro verranno indicate a seguire.

    Traduzioni: Sono previste traduzioni in simultanea wireless in inglese e greco per i pannelli centrali.

    Per altre lingue quali: francese, italiano, spagnolo, turco e serbocroato, in caso di bisogno, sarà predisposto un servizio di traduzione simultanea via cavo. Nei Workshops e nelle Commissioni di lavoro gli/le interpreti saranno presenti secondo la provenienza dei/delle partecipanti.

    Viaggio: È prevista una piccola cassa di solidarietà per coprire le spese di viaggio di andata e ritorno per l'incontro; i lavoratori e le lavoratrici delle imprese recuperate, in special modo le realtà che provengono da paesi a basso reddito, avranno priorità di accesso ai fondi della cassa.

    Ospitalità: Gli organizzatori provvederanno all'ospitalità di tutti i partecipanti e tutte le partecipanti che ne facciano richiesta, o in case private o in aree della fabbrica appositamente preparate. Per chi preferisca organizzare la propria permanenza in autonomia gli organizzatori possono fornire i riferimenti di hotel e ostelli convenzionati che offrono prezzi scontati. Per questioni relative all'ospitalità e al viaggio scrivete a logistics@euromedworkerseconomy.net entro il 30 Settembre 2016.

    Cibo e Bevande: cibi deliziosi e a prezzi accessibili saranno serviti da collettivi di cucine autogestite due volte al giorno durante l'incontro. Acqua e bevande saranno sempre disponibili.

    Fiera della solidarietà: banchetti con esposizioni dei prodotti e delle attività di progetti cooperativi e solidali, locali e internazionali, saranno presenti per tutta la durata dell'incontro. Se volete riservare un banchetto inviate una breve presentazione della vostra organizzazione e le vostre necessità logistiche a logistics@euromedworkerseconomy.net .

    Proiezioni Video: un'attenta e curata selezione di film sul tema dell'autogestione e delle imprese recuperate verrà proiettata durante l'incontro. Se gradite includere anche il vostro film inviate (tramite un servizio per il trasferimento dei file) una copia in alta qualità assieme ad una breve presentazione e a sottotitoli in inglese a films@euromedworkerseconomy.net .

    Altre attività: Venerdì e Sabato sera nella fabbrica ci saranno musica e performance teatrali di artisti locali ed internazionali.

     

    Per ogni ulterioriore informazione riguardante il secondo incontro europeo “L'Economia dei Lavoratori e delle Lavoratrici” scrivete a info@euromedworkerseconomy.net 

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    presso la Fabbrica Recuperata Viome, Salonicco, Grecia 28-29-30 Ottobre 2016

    L'incontro globale dell'Economia dei Lavoratori e delle Lavoratrici si è tenuto per la prima volta nel

    2007, in Argentina, e ha visto la partecipazione di lavoratori e lavoratrici, di imprese recuperate e di

    cooperative, di attivisti politici e sociali, di sindacalisti e di accademici. Da allora, l'incontro globale si

    tiene ogni due anni e costituisce uno spazio di dialogo, discussione e riflessione sulle sfide che i

    lavoratori e le lavoratrici devono fronteggiare nelle lotte in difesa dei loro mezzi di sussistenza

    attraverso l'autogestione, e contro l'offensiva del capitalismo globalizzato.

    In molti paesi Latinoamericani, le brutali riforme neoliberali degli anni '90 hanno causato una rapida

    deindustrializzazione e un aumento della disoccupazione, che, combinata con l'assenza di un sistema di

    welfare e con gli attacchi generalizzati alla classe lavoratrice, hanno generato un alto livello di tensione

    sociale.

    Una delle pratiche più importanti di contrattacco popolare contro il collasso del sistema è stato il

    recupero, vale a dire l'occupazione e l'autogestione da parte degli stessi lavoratori, di imprese fallite e

    abbandonate in paesi come Argentina, Brasile, Uruguay, Venezuela e Messico. Negli anni recenti, le

    condizioni che hanno innescato i movimenti di recupero delle imprese in America Latina si sono diffusi

    gradualmente anche in Europa e nel resto del mondo, in seguito al dilagare della crisi capitalistica

    globale.

    Partendo dall'Europa periferica e usando il debito come pretesto, sono stati implementati una serie di

    “aggiustamenti strutturali”, che hanno ridefinito le dinamiche sociali in favore del potere economico,

    intensificato il saccheggio dei risparmi e delle piccole proprietà delle classi più povere, promosso

    privatizzazioni e speculazioni ai danni dell'ecosistema, svalutato la forza lavoro, abolito diritti

    lavorativi, sociali e democratici, smantellato le fabbriche produttive e condannato un crescente “surplus

    della popolazione” alla disoccupazione e alla precarietà.

    Quindi l'occupazione e il recupero delle fabbriche e delle imprese che il capitale scarta è una risposta

    ragionevole e un atto di resistenza nel nome dei lavoratori Europei e Mediterranei, prima di tutto come

    una via per preservare il loro lavoro, ma anche a lungo termine come uno strumento di trasformazione

    sociale e di creazione di una nuova economia libera dallo sfruttamento, e orientata ai bisogni sociali.

    Incontro Europeo dell'Economia dei Lavoratori e delle Lavoratrici

    Il secondo incontro Euromediterraneo dell'Economia dei Lavoratori si terrà in Grecia, a Salonicco,

    presso la fabbrica recuperata Viome, per una serie di ragioni differenti. La prima è che la Grecia sta

    sperimentando da circa sei anni politiche neoliberiste di austerity; quando queste sono le stesse

    politiche che hanno innescato la crisi sistemica e che adesso vengono indicate come soluzioni, mentre

    in realtà hanno già portato povertà e disoccupazione.

    Inoltre, la lotta emblematica dei lavoratori e delle lavoratrici della Viome, nonostante sia socialmente

    consolidata e produttivamente efficiente, è minacciata da un processo di liquidazione ed è attaccata

    quotidianamente dall'establishment politico ed economico, nonostante tutte le promesse e gli annunci

    del governo di turno.

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    Le sfide dell'Economia dei Lavoratori e delle Lavoratrici

    Dall'Argentina e dal Brasile fino alla Turchia e il Kurdistan, nonostante le differenze socioculturali, le

    fabbriche occupate e i collettivi di lavoro rappresentano un atto di resistenza contro la svalutazione

    della forza lavoro e la distruzione delle strutture produttive, una risposta alla disoccupazione e alla

    marginalizzazione; allo stesso tempo contribuiscono allo sviluppo di un'economia alternativa a quella

    capitalistica: un'economia dei lavoratori e delle Lavoratrici. Questa è un’attività basata

    sull'autogestione che mira a difendere gli interessi di chi sopravvive del proprio lavoro. Questo tipo di

    esperienze dovrebbero includere le fabbriche recuperate, certe cooperative di lavoro, cliniche solidali,

    forme di economia collaborative e altre lotte per l'auto-organizzazione del lavoro e l'autogestione

    dell'economia.

    I movimenti che hanno accompagnato e supportato questi sforzi mettono in discussione il dominio

    della 'mano invisibile' del mercato, e pongono in maniera chiara e diretta la domanda: cosa stiamo

    producendo? Come lo stiamo producendo? Per chi lo stiamo producendo? Attraverso processi

    orizzontali, tutta la società può diventare partecipante attiva della produzione e della distribuzione della

    ricchezza che la società stessa produce. Per questo motivo democrazia diretta, controllo da parte dei

    lavoratori e delle lavoratrici e autogestione cessano di essere concetti astratti e diventano strumenti di

    recupero della nostra dignità, preservando i mezzi di sostentamento e creando nuove e differenti

    relazioni sociali ed economiche.

    Tuttavia, questa peculiare condizione di coesistenza con il capitalismo, mentre si cerca di metterlo in

    discussione nella pratica quotidiana, ci pone una serie di domande e sfide. Le questioni affrontate dal

    secondo incontro Euromediterraneo "Economia dei lavoratori e delle lavoratrici", includono le seguenti

    tematiche, ma non sono limitate ad esse.

    • La crisi globale del capitalismo, l'austerità, la svalutazione della forza-lavoro e le resistenze

    popolari: analisi dal punto di vista dell'economia dei lavoratori e delle lavoratrici. Il significato

    e il ruolo di auto-gestione in un contesto globale in evoluzione.

    • L’autogestione del lavoro, le imprese recuperate e i collettivi di lavoro: problematiche,

    opportunità e sfide nel loro funzionamento all'interno del mercato. Repressione, cooptazione e

    rivendicazioni verso lo Stato. Convergenze e divergenze con il movimento cooperativo

    tradizionale.

    • Autogestione della distribuzione e reti commerciali alternative: uno spazio di resistenza e di

    organizzazione.

    • La produzione in autogestione: come affrontare le sfide amministrative, produttive,

    tecnologiche e legali, in condizioni di assenza di finanziamenti e competenze tecniche. Il ruolo

    della condivisione e della costruzione di reti.

    • Superare la marginalità e potenziare i lavoratori autogestiti al di sopra e all'interno

    dell'economia: cooperazione, solidarietà, sostenibilità ed efficienza produttiva.

    • "La Fortezza Europa", "la mobilità del lavoro" e le relazioni Nord/Sud: superare i confini e

    costruire nuovi legami nello spazio euromediterraneo.

    • Le sfide del movimento dei lavoratori e delle Lavoratrici del XXI Secolo: la

    burocratizzazione dei sindacati, la precarietà, il lavoro autonomo, la disoccupazione, e

    l’informalizzazione. Le risposte a favore del lavoro autogestito e le nuove forme di

    sindacalismo.

    • Superare le diseguaglianze razziali, sociali e di genere affrontando la questione della

    riproduzione sociale nelle esprienze di autogestione.

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    Organizzazione e invito alla partecipazione

    Questo incontro è concepito come parte di più ampi processi sociali volti a un cambiamento della

    società, sulle basi dell’eguaglianza, della solidarietà, della libertà e dell'autogestione. Riproponendo

    l'organizzazione delle imprese recuperate e di collaborazione, l'incontro è organizzato attraverso

    processi orizzontali da una rete di imprese e cooperative europee e mediterranee di lavoratori e

    lavoratrici, così come dai loro alleati e sostenitori, ed è finanziatato mediante risorse dei movimenti

    sociali e dei lavoratori/lavoratrici, attraverso contributi individuali e collettivi. Il sostegno finanziario

    diretto o indiretto da parte di organizzazioni governative o intergovernative è volutamente evitato.

    Nonostante il fenomeno che riguarda l’incontro sia principalmente l'occupazione dei mezzi di

    produzione e la loro gestione da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, abbiamo voluto estendere

    l'invito anche a una serie di altre esperienze che rientrano nell’"Economia dei lavoratori e delle

    lavoratrici" e che condividono il quadro organizzativo e le necessità politiche con le imprese

    recuperate, come i collettivi di lavoro autogestiti. Allo stesso modo, accogliamo con favore il

    contributo di esperienze di strutture di solidarietà e di reti d’economia alternativa. Abbiamo inoltre

    esteso l'invito ai membri delle organizzazioni sociali e politiche, dei collettivi e dei sindacati che

    sostengono l'autogestione dei lavoratori e della società come una necessità politica centrale e che

    sostengono i lavoratori e le lavoratrici nelle loro lotte, così come lo abbiamo esteso a intellettuali che

    studiano e promuovono queste stesse attività. Infine, invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici che

    hanno scelto altre vie di difesa dei loro mezzi di sussistenza al di là dell’autogestione (come ad esempio

    la co-gestione), perché si abbiano una discussione e uno scambio di esperienze onesti e di livello

    Metodologia e struttura della riunione

    Gli incontri regionali e globali "L'economia dei lavoratori e delle lavoratrici" hanno messo a punto una

    metodologia per il dibattito e il dialogo che mira a facilitare la partecipazione e a promuovere

    un’approfondita discussione degli assi tematici centrali. Le aree tematiche descritte precedentemente

    sono un semplice strumento di orientamento e non sono in nessun modo un limite alla portata delle

    questioni da discutere. Data la varietà di partecipanti – lavoratori, membri di movimenti sociali e

    politici, accademici – proponiamo tre metodi di discussione, oltre ad una serie di attività culturali,

    informative e d’intrattenimento:

    1. Pannelli centrali: In queste discussioni i/le partecipanti forniranno presentazioni e analisi

    selezionate dal gruppo direttivo internazionale lungo i principali assi tematici. I relatori

    provenienti dalla Grecia e dall'estero che si mobilitano nei luoghi di lavoro, nei movimenti e

    nelle scuole di pensiero legate all'economia dei lavoratori avranno la possibilità di esprimere

    le loro opinioni. I pannelli centrali servono da innesco per il dibattito. Ad ogni pannello

    centrale ci sarà tempo sia per le presentazioni sia per domande o commenti da parte del

    pubblico. Essendo gli spazi centrali dell’incontro, questi non si sovrapporranno con le altre

    attività.

    2. Workshop: I workshop sono spazi di dibattito su specifiche questioni pratiche e si

    svolgeranno in contemporanea. Essi combineranno analisi, presentazioni di esperienze di

    lavoro e dibattito aperto. Ogni individuo o collettivo coinvolti nel corso dell'incontro avrà la

    possibilità di suggerire argomenti per i workshop, fintanto che saranno orientati alla

    discussione di pratiche.

    3. Commissioni di lavoro: Sono spazi aperti senza facilitatori predefiniti pensati per sviluppare

    le diverse tematiche dell'incontro. Le commissioni di lavoro permetteranno un

    approfondimento della discussione su specifici aspetti che emergeranno dai pannelli centrali e

    dai workshop.

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    Durante l'incontro è previsto lo spazio e il tempo per un'assemblea in cui lavoratori e le lavoratrici delle

    imprese recuperate avranno l'opportunità di avanzare, attraverso specifiche decisioni congiunte, su

    problematiche maturate nelle discussioni avute nei workshop e nelle commissioni di lavoro e sulla base

    dell'attività preparatoria fatta dalla rete euromediterranea.

    Invitiamo i collettivi o i singoli che volessero partecipare ai pannelli centrali ad inviare un riassunto

    della loro presentazione. Le presentazioni potranno essere attinenti alle tematiche presentate in

    precedenza, ma non dovranno limitarsi esclusivamente a queste.

    Invitiamo allo stesso modo chiunque fosse interessato ad inviare proposte per l'organizzazione dei

    workshops. Le proposte dovranno trattare questioni legate all'autogestione e alla riappropriazione ed

    essere orientate allo scambio di esperienza e al dibattito.

    Termini per la presentazione e Logistica

    Presentazione degli abstract: le proposte di presentazioni o per l'organizzazione di workshop non

    dovranno superare le 300 parole e dovranno essere inviate, entro il 31 Luglio 2016, in una delle

    seguenti lingue: Greco, Inglese, Italiano, Spagnolo o Serbo-Croato, all'indirizzo mail

    submissions@euromedworkerseconomy.net

    Luogho dell'incontro: L'incontro si terrà il 28, 29 e 30 Ottobre 2016 presso la fabbrica VIOME,

    situata 10 km a sud del centro di Salonicco, vicino all'aeroporto.

    Ammissione all'incontro e registrazione: L'incontro è libero e aperto a tutti e tutte. Ulteriori

    informazioni riguardo alla registrazione e le indicazioni per raggiungere la sede dell'incontro verranno

    indicate a seguire.

    Traduzioni: Sono previste traduzioni in simultanea wireless in inglese e greco per i pannelli centrali.

    Per altre lingue quali: francese, italiano, spagnolo, turco e serbocroato, in caso di bisogno, sarà

    predisposto un servizio di traduzione simultanea via cavo. Nei Workshops e nelle Commissioni di

    lavoro gli/le interpreti saranno presenti secondo la provenienza dei/delle partecipanti.

    Viaggio: È prevista una piccola cassa di solidarietà per coprire le spese di viaggio di andata e ritorno

    per l'incontro; i lavoratori e le lavoratrici delle imprese recuperate, in special modo le realtà che

    provengono da paesi a basso reddito, avranno priorità di accesso ai fondi della cassa.

    Ospitalità: Gli organizzatori provvederanno all'ospitalità di tutti i partecipanti e tutte le partecipanti

    che ne facciano richiesta, o in case private o in aree della fabbrica appositamente preparate. Per chi

    preferisca organizzare la propria permanenza in autonomia gli organizzatori possono fornire i

    riferimenti di hotel e ostelli convenzionati che offrono prezzi scontati. Per questioni relative

    all'ospitalità e al viaggio scrivete a logistics@euromedworkerseconomy.net entro il 30 Settembre

    2016.

    Cibo e Bevande: cibi deliziosi e a prezzi accessibili saranno serviti da collettivi di cucine autogestite

    due volte al giorno durante l'incontro. Acqua e bevande saranno sempre disponibili.

    Fiera della solidarietà: banchetti con esposizioni dei prodotti e delle attività di progetti cooperativi e

    solidali, locali e internazionali, saranno presenti per tutta la durata dell'incontro. Se volete riservare un

    banchetto inviate una breve presentazione della vostra organizzazione e le vostre necessità logistiche a

    logistics@euromedworkerseconomy.net .

    Proiezioni Video: un'attenta e curata selezione di film sul tema dell'autogestione e delle imprese

    recuperate verrà proiettata durante l'incontro. Se gradite includere anche il vostro film inviate (tramite

    un servizio per il trasferimento dei file) una copia in alta qualità assieme ad una breve presentazione e a

    sottotitoli in inglese a films@euromedworkerseconomy.net .

    Altre attività: Venerdì e Sabato sera nella fabbrica ci saranno musica e performance teatrali di artisti

    locali ed internazionali.

    5

    Per ogni ulterioriore informazione riguardante il secondo incontro europeo “L'Economia dei Lavoratori

     

    e delle Lavoratrici” scrivete a info@euromedworkerseconomy.net

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  • Portuguese, Portugal
    29/07/16
    É só por merenda?

    A Reforma de Córdoba (Argentina) de 1918 teve como estopim um aumento do preço das refeições universitárias. Ela trouxe um debate sobre papel da universidade pública na sociedade de classes latino-americana. De um lado aqueles que defendiam as pautas liberais e um arejamento da universidade, dominada até então pela Igreja Católica. Do outro lado, alunos que criticavam a formação para o mercado de trabalho e a necessidade de produção de intelectuais ligados às demandas populares.

    Desde os anos 1970, dentro de contextos ditatoriais, a América Latina tornou-se campo de experimentação de reformas neoliberais. O Chile, palco fértil das reformas educacionais de Pinochet, promoveu a privatização direta e indireta da universidade pública, municipalizou o ensino fundamental e reestruturação o ensino técnico tendo em vista as necessidades das empresas. Desde 2001 os alunos do Ensino Médio (pinguinos) estão nas ruas reivindicando passe livre, desmunicipalização sem privatização, fim dos lucros e fim dos contratos precários de professores, pilares do ensino público, gratuito e de qualidade.

    No Brasil, as reformas educacionais neoliberais se aprofundaram na ditadura civilmilitar, ganharam fôlego nos governos FHC e no lulismo. Depois de gerar mais de 15 milhões de empregos e promover algumas reformas fracas, dentre elas o PROUNI e a expansão tímida das universidades públicas, em 2013 o ciclo virtuoso do lulismo se esgotou, como se a tampa da panela tivesse explodido, dando origem a um novo ciclo de lutas. Lá estavam os estudantes de São Paulo promovendo inúmeras manifestações pelo passe livre e por uma cidade que não seja neoliberal.

    Herdeira de 2013 são as ocupações de escolas em 2015, que bloquearam a tentativa de Alckmin de reorganizar o sistema de ensino e de fechar quase 100 escolas. Com muita riqueza organizativa, as escolas ocupadas funcionavam com comissões autogeridas e deram origem a um acúmulo político por parte dos estudantes. O Secretário da Educação pediu demissão, mas o problema do ensino médio e do ensino técnico persistem.

    Nesta semana os estudantes ocuparam a sede do Centro Paula Souza reivindicando merenda. Segundo dados divulgados pela Folha de São Paulo, 75 das 219 ETECs (34%) fornecem “merenda seca”. Num país de matriz escravocrata, nada mais justo, afinal os netos dos escravos não precisam de muito mais que uma favela (nova senzala) e de “merenda seca”.

    Segundo dados da Anvisa, nós brasileiros bebemos 5 litros de veneno por ano. Num país dominado por bois, soja e milho transgênicos..., sendo o maior consumidor de agrotóxicos do mundo, não é de se duvidar que os alimentos consumidos pelos estudantes sejam de baixa nutrição e envenenados.

    Vi nas faixas que o discurso não é apenas por merenda, apesar deste ser o mote principal. Aparece também a necessidade de uma CPI da merenda, dentre outras. Numa das faixas aparecia: “Nem PT nem PSDB”. A mídia e nós pesquisadores não conseguimos captar muitas coisas que estão nas entrelinhas do discurso dos jovens, tanto na forma de organização quanto no conteúdo político.

    Acredito que pode estar nascendo no Estado de São Paulo, assim como na Argentina de 1918 e no Chile dos anos 2000, uma ala de estudantes críticos da educação e da qualificação pró-capital. Se isto for verdade, junto com a bandeira da merenda está aflorando a questão agrária, o problema da exportação de commodities pelas corporações, os alimentos envenenados consumidos pela nossa população e a transgenia. Assim como a alimentação está contaminada por venenos e por corrupção, a educação “para o mercado de trabalho” está envenenada pela pedagogia das competências, negando a necessidade histórica de uma educação para além do capital e de uma sociedade não produtora de mercadorias. 

    Autor: Henrique Tahan Novaes (Docente da FFC – UNESP – Marília - Brasil)

    Créditos Imagem: Danilo Verpa/Folhapress.

    Henrique Tahan Novaes - pesquisa a agroecologia e as escolas de agroecologia dos movimentos Sociais. (Pesquisa FAPESP- 2015-2016)

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  • Italian
    05/07/16
    Dopo un incontro al Ministero, i lavoratori delle due fabbriche recuperate greche intendono accamparsi in attesa di risposte concrete: la polizia carica violentemente il presidio pacifico.

    I lavoratori della fabbrica occupata e autogestita Viome, di Salonicco, e Roben, di Veria, assieme ad attivisti solidali provenienti da tutta la Grecia, hanno dato inizio alla loro “Carovana della solidarietà e della lotta” verso Atene nel pomeriggio di giovedì 31 giugno, per protestare contro l'inattività del governo e la sua carenza di volontà nel legalizzare il lavoro che si svolge nelle due fabbriche recuperate.

    La mobilitazione coincide con la fine della moratoria semestrale dell'asta, che avrebbe dovuto liquidare il lotto, ottenuta dopo che i lavoratori avevano fisicamente bloccato la battitura d'asta per quattro volte lo scorso Dicembre.

    Nonostante le promesse, il governo di Syriza, un partito teoricamente di sinistra che ha annunciato il suo appoggio alla lotta della Vio.Me mentre era all'opposizione, non solo ha ignorato le rivendicazioni dei lavoratori, ma li ha anche attaccati senza che ci fosse stata alcuna provocazione quando hanno provato, come già annunciato, a metter su le tende per accamparsi davanti al Ministero del Lavoro fino a quando non avessero avuto una risposta.

    Un comitato di delegati delle due fabbriche ed i loro sostenitori dai movimenti sociali hanno incontrato il ministro del lavoro alle 13.30 di Venerdì 1 Luglio e hanno presentato nuovamente richiesta di immediata e definitiva cancellazione del processo di liquidazione, garanzie per la fornitura di luce e acqua per le fabbriche e la legalizzazione del funzionamento delle fabbriche sotto il controllo degli operai. Il vice ministro, ha nuovamente dichiarato un vago “supporto” alla lotta e confermato che il processo di liquidazione sarebbe iniziato da subito. In risposta i lavoratori hanno dichiarato la loro intenzione di accamparsi fino a quando non avessero ottenuto una risposta definitiva dal ministro.

    Meno di dieci minuti dopo la fine dell'incontro, mentre i lavoratori e gli attivisti stavano montando le tende, senza che ci fosse stata alcuna provocazione, tre plotoni in tenuta antisommossa hanno attaccato i manifestanti usando gas lacrimogeni. Due manifestanti sono stati arrestati, uno di loro era un giornalista indipendente che stava riprendendo, e aveva dichiarato la sua professione. Vari manifestanti avevano tagli e cicatrici ed uno di loro è stato suturato in ospedale.

    https://youtu.be/aNScXUUaAs4

    Di seguito un video dell'aggressione, che termina nel momento in cui viene arrestato il giornalista, ripreso dallo stesso. È evidente che al momento non stava commettendo alcun illecito ed è stato preso di mira per censurare qualsiasi notizia indipendente riguardo agli eventi. Nel video si sente chiaramente il momento in cui grida “sono un giornalista” al poliziotto che, impassibile, lo trascina nella camionetta.

     http://www.dailymotion.com/video/x4jj4ko

    Dopo questo momento di tensione, la polizia ha lasciato che i manifestanti si raggruppassero. Gli arrestati sono stati rilasciati senza denunce. I manifestanti si sono poi accampati ed è stata lanciata una grande assemblea. I lavoratori e gli attivisti hanno denunciato ai media il vile attacco che ricorda i giorni di repressione di chi protestava contro le misure di austerità. 

    Les manifestants blessés sont revenus des hôpitaux afin de participer à l’assemblée. Celle-ci a décidé de maintenir le camp de protestation, de le renforcer par plus de bénévoles et de multiplier les actions de protestation malgré la répression du gouvernement.

    Le fabbriche sono della società e di chi ci lavora! I lavoratori sono stanchi delle promesse e delle scorrettezze del governo, Viome e Robens restano ad Atene, accampati davanti al ministero del lavoro, fino a quando le loro rivendicazioni non saranno ascoltate!

    I lavoratori non stanno reclamando alcun privilegio particolare, vogliono rispetto per tutto ciò che è stato conquistato in quattro anni di lotta. Chiedono che gli ostacoli siano rimossi per lasciar spazio all'autorganizzazione dei bisogni da parte della società. Se loro non possono farcela, noi possiamo!

    Testo della Carovana di solidarietà e lotta, pubblicato sul sito della fabbrica recuperata viome.org

    Traduzione a cura di DinamoPress

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    https://www.youtube.com/embed/IjHO4cGbM8Q
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  • French
    05/07/16
    En dépit des promesses, le gouvernement s’en prend à eux sans raison alors qu’ils installaient des tentes face au ministère du travail pour exiger que leurs demandes soient satisfaites.

    Les travailleurs de l’usine occupée et autogérée VioMe de Thessalonique et de Roben à Veria, avec des sympathisants venant de toute la Grèce, ont commencé leur « caravane de lutte et de solidarité » vers  Athènes le mardi 31 juin dans l’après-midi, pour protester contre l’inaction du gouvernement et sa mauvaise volonté de légaliser le fonctionnement les deux entreprises récupérées.

    Cette mobilisation coïncide avec la fin d’un moratoire de six mois du processus de mise aux enchères des locaux de VioMe, un moratoire qui avait été obtenu après une action déterminée des travailleurs qui ont physiquement bloqué en décembre dernier la mise aux enchères.

    En dépit des promesses, le gouvernement, dirigé par le soit-disant parti de gauche Syriza qui s’était déclaré soutien de la lutte des VioMe lorsqu’il était dans l’opposition, pratique non seulement la politique de l’autruche à l’égard des demandes des travailleurs mais s’en prend à eux sans raison alors qu’ils installaient des tentes face au ministère du travail pour exiger que leurs demandes soient satisfaites.

    Un comité formé de délégués des deux usines et de leurs sympathisants provenant des mouvements sociaux a rencontré le vice-ministre du travail à 13h30 le vendredi 1er juillet et a réaffirmé ses demandes d’annulation immédiate et définitive du processus de liquidation de VioMe, la garantie d’une fourniture en eau et électricité des usines et la légalisation de leur fonctionnement sous le contrôle des travailleurs. Le vice-ministre s’est une fois de plus vaguement déclaré solidaire de la lutte tout en confirmant que le processus de liquidation pourrait reprendre immédiatement. En retour, les travailleurs ont fait connaître leur intention de camper à l’extérieur du ministère jusqu’à ce qu’ils aient une réponse définitive de sa part.

    Moins de dix minutes avant la fin de la réunion, alors que les travailleurs et sympathisants déballaient leurs tentes, trois sections anti-émeute de la police les ont attaqués sans sommation, frappant les manifestants et utilisant contre eux des gaz lacrymogènes. Deux manifestants ont été arrêtés dont un journaliste indépendant qui couvrait la manifestation avec sa caméra, en dépit de la mention claire qu’il faisait de son statut professionnel. Plusieurs manifestants ont reçu des coups et souffrent de coupures. Certains d’entre eux ont dû être amenés à l’hôpital pour recevoir des soins, notamment des points de suture.

    Une autre évidence de la brutalité policière : la police anti-émeute encercle les manifestants et les frappent arbitrairement et sans raison. Le gouvernement est responsable de cet assaut et répond par la violence à ceux qui se battent pour la dignité !

    https://youtu.be/aNScXUUaAs4

    De même, une autre vidéo de l’assaut, qui se termine par l’arrestation du journaliste, filmée par le journaliste lui-même. Il est évident qu’à ce moment, il ne commettait aucun délit et qu’il était visé par la police afin de censurer tout compte-rendu de cet événement. On l’entend crier au milieu de cette vidéo « je suis un reporter » face au policier impassible qui le tirait vers le camion de police.

     http://www.dailymotion.com/video/x4jj4ko

    Après des moments de tension, la police anti-émeute a quitté l’endroit et les manifestants se sont retrouvés. Les personnes arrêtées ont été relâchées sans inculpation. Finalement, les tentes ont été installées et une grande assemblée a été convoquée. Les travailleurs et soutiens ont dénoncé cette lâche attaque qui rappelait aux médias les plus mauvais jours de la répression des protestations anti-austérité.

    Les manifestants blessés sont revenus des hôpitaux afin de participer à l’assemblée. Celle-ci a décidé de maintenir le camp de protestation, de le renforcer par plus de bénévoles et de multiplier les actions de protestation malgré la répression du gouvernement.

    Les usines appartiennent à la société et à ceux qui y travaillent ! Les travailleurs en ont assez des promesses vaines et de l’attitude ambiguë du gouvernement. Les travailleurs de VioMe et de Roben restent à Athènes, camperont devant le ministère du travail jusqu’à ce que leurs demandes soient satisfaites !

    Les travailleurs ne demandent pas de privilèges exorbitants. Ils demandent simplement que le gouvernement arrête de se mettre au service des puissants et respecte ce qui a été gagné par quatre ans de lutte. Ils demandent que les obstacles à une véritable autogestion des besoins sociaux de la société soient levés. S’ils ne peuvent le faire, nous, nous le pouvons !

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  • English
    05/07/16
    Workers of two recuperated factories announced they will camp outside the Ministry of Labour in Athens, in protest of the authorities' stance. Minutes later, they were attacked by the police.

    Workers of the occupied self-managed factories of Viome, in Thessaloniki, and Roben, in Veria, along with supporters from all over Greece, have started their "Caravan of Struggle and Solidarity" to Athens on the afternoon of Thursday 31 June, to protest the inactivity of the government and its unwillingness to legalise the operation of the two recuperated companies.

    The mobilisation coincides with the end of a six-month moratorium on the auction process for the liquidation of Viome's premises, a moratorium that was won after intense struggle by the workers, who managed to physically block the auction process four times last December.

    Despite the promises, the government led by supposedly "left wing" Syriza party, a declared supporter of the Viome struggle while in the opposition, not only is now burying its head in the sand regarding the demands of the workers, but also attacks them without provocation when they were about to set up their tents, to fulfil their promise of camping outside the Ministry of Labour until their demands are met.

    A committee made up of delegates of the two factories and supporters from the social movements met with Vice-minister of Labour at 13.30 on Friday 1 July, and reiterated their demands of immediate and definitive cancellation of the Viome liquidation process, a guaranteed electricity and water supply for the factories, and the legalisation of the operation of the factories under the control of workers. The vice minister, once more declared a vague "support" fro the struggle and confirmed that the liquidation process could start immediately. In return the workers declared their intention to camp outside the ministry until they have a definitive answer on her behalf.

    Less than ten minutes after the end of the meeting, while the workers and supporters were unpacking their tents, three platoons of riot police attacked without provocation, battered the protesters and used teargas against them. Two protesters were detained, among them one independent journalist who was covering the protest with his camera, despite declaring loudly his professional capacity as a journalist. Several protesters had cuts and bruises and some of them had to be taken to the hospital to receive stitches and treatment.

    Another piece of evidence of the police brutality, riot police has circled protesters and they beat them arbitrarily without provocation. The government is responsible for this attack, it responds with violence to those who fight for dignity!

    https://youtu.be/aNScXUUaAs4

    Also, below there is a video of the attack, ending with the moment of detention of the journalist, filmed by the journalist himself. It is evident that at the moment he was committing no offence, and that he was targeted in an attempt of the police to censor independent accounts of the events. He can be heard after the middle of the video shouting "I am a reporter" to the impassible policemen who drag him to the police van.

     http://www.dailymotion.com/video/x4jj4ko

    After moments of tension, the riot police left the place and protesters regrouped. The detained were released without charges. Finally the tents were set up and a big assembly was called.Workers and supporters denounced the cowardly attack, reminiscent of the worst days of repression of anti-austerity protests, to the media.

    Injured protesters came back from the hospital in order to participate in the assembly. The plenary decided on maintaining the protest camp, reinforcing it with more volunteers and escalating the protest actions despite government repression.

    The factories belong to society and to those who work in them! The workers are fed up with the empty promises and with the underhand ways of the government, Viome and Roben are staying in Athens, camped outside the Ministry of Labour, until their just demands are met!

    The workers are not begging for any special privileges, they are simply demanding that the government stops siding with the powerful and that it respects all that was won by four years of struggle. They demand that the obstacles are removed for a genuine self-management of social needs by society itself. If they cannot do it, we can!

    Experiences
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  • Portuguese, Portugal
    04/07/16
    Um mês depois de assumirem as instalações da Karmann-Ghia, operários querem colocá-la para funcionar, com remuneração igual para todos.

    Há cerca de um mês funcionários da Karmann-Ghia ocupam a fábrica, localizada em São Bernardo do Campo, no ABC paulista, para exigir o pagamento de salários atrasados e direitos trabalhistas. Os trabalhadores pretendem agora contatar clientes e fornecedores e conseguir encomendas para reativar a produção, em modelo de autogestão. A fábrica está parada desde fevereiro.

    Instalada há quase 60 anos no ABC, a Karmann-Ghia já produziu vários modelos de veículos esportivos. Hoje, atua como fabricante de ferramentaria e estamparia para montadoras. Com problemas de má administração, agravados pela crise, o faturamento da empresa foi reduzido para cerca de R$ 4 milhões, com uma folha de pagamento que chega a quase R$ 1,5 milhão, segundo os trabalhadores.

    “Se a parte empresarial acha que vai vencer os trabalhadores fazendo com que percam os seus direitos, eles estão enganados. Vamos lutar até o final e ainda vamos fazer essa empresa produzir de novo”, diz Valter Saturnino Pereira, em entrevista na manhã de hoje (15) à Rádio Brasil Atual.

    Desde março, os 330 funcionários da Karmann-Ghia estão sem receber e temem que os proprietários vendam maquinários e matéria-prima, inviabilizando o retorno ao funcionamento. Segundo Saturnino Pereira, que integra o comitê sindical da empresa, os patrões se negam a negociar, apostando em vencê-los pelo cansaço, e sugerem o caminho da Justiça para que reivindiquem seus direitos.

    image_preview

    Doações de companheiros metalúrgicos e da população fortalecem a luta dos trabalhadores da Karmann-Guia

    Já os trabalhadores querem a fábrica funcionando. “Vamos voltar a conversar com as montadoras, que são nossas clientes. O dinheiro que entrar será destinado, em valores iguais, para todos os trabalhadores, desde a área administrativa até os da limpeza”, diz o sindicalista.

    Em solidariedade, trabalhadores da Ford, Volkswagen, Mercedes-Benz, entre outros,  realizaram doações de alimentos em grandes proporções, amenizando o drama das famílias dos funcionários e fortalecendo a resistência. Saturnino Pereira diz saber que o caminho é longo até que os trabalhadores assumam legalmente a empresa, e que uma das intenções do movimento de ocupação é sensibilizar as autoridades, do Judiciário e dos governos estadual e municipal, para a causa.

    “A Karmann-Ghia tem nome, tem know-how, tem mão de obra qualificada. A gente não pode perder isso por causa de pessoas irresponsáveis, que não pensam, que só querem fechar a Karmann-Ghia. Os trabalhadores não querem fechar.”

    ------- Redação

    O Outras Mídias é uma seleção de textos publicados nas mídias livres, que Outras Palavras republica. Suas sugestões podem ser enviada para caue@outraspalavras.net.  
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  • French
    01/07/16

    En dépit d’un jugement défavorable du tribunal de commerce de Grenoble, les anciens salariés d’Ecopla basée à Saint-Vincent-de-Mercuze ne baissent pas les bras et occupent leur usine pour empêcher le déménagement en Italie des machines de la dernière unité de production de barquettes en aluminium. Ce jeudi 30 juin, ils tenaient une conférence de presse sur le site où des habitants de la région et de nombreux élus de tous bords sont venus leur apporter leur soutien. 

    17 juin, le tribunal de commerce de Grenoble rejette l’offre des salariés d’Ecopla pour reprendre les actifs de la seule usine d’emboutissage de barquettes en aluminium en France. Aux 100 000 euros proposés par les salariés, le Tribunal de commerce a préféré l’offre de 1,5 million d’euros de Cuki Cofresco, un groupe italien en difficulté, laquelle aboutira au déménagement pur et simple des machines et à la perte définitive d’un site industriel et des emplois correspondants dans la région. Jugement à très courte vue qui privilégie immédiatement les créanciers, qui sont principalement les Urssaf et l’AGS (Association pour la gestion du régime de Garantie des créances des Salariés), au lieu de maintenir les emplois et un savoir-faire dans la région. Il faut dire que les salariés, fortement appuyés et soutenus par l’Union régionale des Scop Rhône-Alpes, avaient réussi à rassembler 2,3 millions d’euros pour un projet qui prévoyait la sauvegarde immédiate de 20 emplois, avec la perspective de passer à 50 emplois sur trois ans.

    Hier, jeudi 30 juin se tenait une conférence de presse sur le site de Saint-Vincent-de-Mercuze pour faire le point sur la situation. Outre une présence plus importante qu’à l’accoutumée des habitants de la région, de nombreux maires avaient fait le déplacement. On a noté la présence de Christophe  Engrand,  conseiller  départemental  (LR), Philippe  Langénieux-Villard, conseiller régional (LR), Annie David, sénatrice (PCF), le député Pierre  Ribeaud (PS). Tous unanimement, demandent une prise de position du procureur de la République qui pourrait, à l’instar de la SET en novembre 2012, casser ce jugement pour permettre le maintien du site industriel. Or pour l’instant, ce dernier n’a pas bougé. Comme le résume leur avocat, Pierre Janot, dans une interview auprès de France 3 Alpes, « L’État ne peut être schizophrène, il ne peut pas dire à la fois « nous voulons tout faire pour que les emplois soient préservés sur le plan industriel » et ne pas être capable d’oublier le volet purement financier, du moins créancier de cette affaire. »

    Aujourd’hui, les salariés occupent leur usine pour empêcher un déménagement qui pourrait intervenir à tout moment, l’appel qu’ils ont introduit auprès du procureur n’étant pas suspensif. Ils ont lancé un appel aux habitants pour qu’ils viennent les aider à maintenir cette surveillance et intervenir en cas de besoin « même s’il faut désobéir » comme l’indiquait Annie David, sénatrice PCF de la circonscription. L’union régionale des scop s’engage aussi fortement. En conclusion de sa prise de parole, le directeur de l’Urscop, Michel Rohart, a appelé tous les élus présents à écrire à François Hollande et Manuel Valls pour leur exprimer le désir de voir vivre l’entreprise…

     

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  • Spanish
    24/06/16
    La cooperativa sufrió Cuatro desalojos en poco más de un año. En la Argentina de Macri,jueces y policías al servicio de empresarios Buitre.

    En el día de ayer, los trabajadores de la cooperativa “Industrias RB” de Martínez decidieron re-ocupar su empresa, luego de ser brutalmente desalojados el día 8 de junio.

    La policía los dejó festejar algunas horas, y esperó hasta que anocheciera para reprimir a quienes acompañábamos desde afuera, y para poder apresar a quienes estaban dentro. No escatimaron en gases, palazos ni balas de goma. La represión se repitió luego frente a la comisaría, cuando se pedía la libertad de los detenidos, pero no pudo evitar el corte de la Avenida Centenario. Los doce detenidos fueron liberados poco después de medianoche.

    La fábrica RB funciona como cooperativa desde el año 2003, tras sufrir dos años de vaciamiento e irregularidades en el pago de los sueldos. La empresa, fundada en 1958, fue recuperada por sus trabajadores luego del cierre patronal durante la crisis económica de 2001, y se dedica a la producción de diversos instrumentos y aparatos de medición y control (instrumental automotor y de uso naval, instrumentos de magnitudes eléctricas y temperatura, sistemas de cobro y expendio automático de pasajes, etc.).

    En el año 2007, los trabajadores lograron la Ley Provincial de Expropiación, pero el poder ejecutivo provincial -en ese momento a cargo de Scioli- nunca cumplió con el pago dictaminado por la ley, por lo que ésta tiene aún un carácter transitorio, que vence en 2017.

    Paralelamente, el empresario Eric Heuser, a través de una maniobra digna de “fondo buitre”, compró en el año 2002 una hipoteca que el dueño anterior había contraído. Éste empresario, conocido en la zona por sus negociados durante la dictadura, esperó 12 años para que el terreno se valorizara al calor del boom inmobiliario, y en 2015 inició una causa en fuero diferente al que tutela los bienes, de la mano del juez Díaz, con quien mantiene un vínculo de amistad.

    Ésta dupla empresarial-judicial es la que determinó dos desalojos en 2015, en junio y en septiembre, pero que con la fuerza de los trabajadores y la solidaridad del barrio, lograron ser revertidas al poco tiempo.

    Ahora, con Mauricio Macri y María Eugenia Vidal en el poder, Heuser y Díaz volvieron al ataque: luego de semanas de violentas intimidaciones, se produjo el desalojo, con gases y golpes.

    Debido a que Heuser no tiene un interés económico en el mantenimiento de la producción, sino en el lucro inmobiliario a través del control del terreno de la fábrica, los trabajadores temen por el sabotaje de las máquinas, y decidieron reingresar a la fábrica, para desde esa posición de fuerza, solicitar ser parte de la custodia de los bienes, como se ha hecho en otras empresas recuperadas en la misma situación. De más está decir que el juez afín a Heuser se negó incluso a recibir formalmente el pedido. Como la ley dicta que un desalojo no puede ser efectuado de noche, el juez Díaz aplicó una maniobra legal y dictamino un “desacato judicial en flagrancia” para ordenar el arresto.

    De imprevisto, tomando a los manifestantes por sorpresa, la policía adoptó formación militar y corrió a los militantes a lo largo de cinco cuadras, al ritmo de los balazos de goma y las pistolas lanzagases, mientras otro grupo policial apresaba a quienes defendían sus herramientas de trabajo dentro de la fábrica.

    Los detenidos fueron alojados en cuatro comisarías diferentes, de tres de ellos sólo se pudo averiguar su paradero cinco horas después de la detención. Sin lugar a dudas, el carácter y formato de la represión, sumado a la voluntad de dispersar los arrestos sólo pueden ser leídos como un calculado plan de amedrentamiento, en el contexto actual de avance de las fuerzas represivas impulsado por el ejecutivo nacional y provincial.

    Frente a la represión, reorganizar la lucha

    A horas del desalojo, frente a la comisaría 1ª de San Isidro, se congregaron el doble de manifestantes que frente a la fábrica. Y pese al nuevo intento de dispersión a través de gases lacrimógenos, se logró cortar el tráfico de la principal arteria de San Isidro, hasta lograr la liberación de todos los compañeros y compañeras.

    La situación actual de RB y de sus trabajadores es una oportunidad para reflexionar sobre el escenario en el que se encuentran las empresas recuperadas. Durante el kirchnerismo, las fábricas bajo control obrero fueron sujetos de una política errática, con acompañamientos puntuales pero también con momentos de desidia e incluso de represión. Sobre esta situación de precariedad no resuelta, este gobierno de CEOs, logra actuar envalentonado. Resta ahora pensar qué tácticas nos es posible aplicar desde el campo popular y los movimientos sociales para sostener esta lucha y que RB se mantenga en manos de sus legítimos dueños, los trabajadores. Con unidad, organización y movilización porque no hay que darse el lujo de actuar divididxs frente a esta avanzada empresaria y represiva.

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